Halloween is coming e ci sembra doveroso tirare fuori un argomento che incosciamente riporta alla mente alcuni capisaldi della cinematografia horror, come Hostel e Shining. Stiamo parlando di qualcosa che sta succedendo sotto i nostri occhi da tempo e che ci ha costretto a cercare tra le foto stock una catapecchia il più spaventosa possibile, seconda solo alla casetta di Adrian.

Uno dei tanti meme sulla casetta di Adrian, l’abitazione più spaventosa comparsa in televisione

Che sta succedendo alle sponsorizzate di Booking?

Ma stiamo divagando ed è tempo di farvi (e farci) una domanda: che diamine sta succedendo alle sponsorizzate Facebook di Booking? Da diversi mesi, infatti, la celebre agenzia di viaggi online olandese sta proponendo agli utenti dei post sponsorizzati corredati da una selezione di foto di alcune strutture che definire fatiscenti è un atto misericordioso.

booking stanze

Basta scorrere tra la valanga di commenti e reaction divertite su Facebook per rendersi conto che ci troviamo davanti a un vero e proprio “caso” che pone degli interrogativi sulle modalità di comunicazione dell’azienda nelle campagne social. È bene sottolineare che questo succede soltanto nei loro post sponsorizzati, mentre la loro programmazione di post in pagina continua a proporci coccolissimi scenari da sogno, lontani anni luce dalle alcove di terrore e scabbia che potete mirare nella screenshot sovrastante.

Malagestione o Buzz marketing? La risposta di Booking

Nello spulciare le reazioni a quei post sponsorizzati abbiamo notato che il tone of voice scelto per rispondere ai commenti sarcastici tenta di essere complice e informale (sulla falsa riga di Unieuro, ma non con la stessa qualità di copy), ma è grazie ad alcuni commentatori che chiedono serie delucidazioni che l’azienda finalmente motiva le proprie scelte in un commento.

Anche noi lavoriamo con gli strumenti della comunicazione a disposizione e ci adattiamo alle impostazioni di ogni canale social. Se, per esempio, una foto della galleria di una struttura riceve molti messaggi, questo la rende “di tendenza” per i nostri algoritmi e quelli di Facebook, e viene proposta sempre più frequentemente a sempre più persone.

Admin Facebook di Booking.com

Una risposta che (se assunta come vera e genuina) va a smontare congetture più affascinati, come l’ipotesi di una consapevole campagna di Buzz marketing volta ad aumentare il numero e il volume delle conversazioni attorno a un prodotto o a un servizio, solitamente per accrescerne la reputazione e la celebrità. Elemento debole di tale ipotesi è proprio l’elemento reputazione, che non ne esce solidissimo per un’azienda che dovrebbe fondare la propria mission in valori come il comfort, la serenità e la pulizia.

Ma forse siamo solo arrabbiatissimi perché non hanno sponsorizzato le stanze dell’Overlook Hotel

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